venerdì 19 dicembre 2014

"EMIGRA IN AFRICA ALLORA......TROIA"

Dallo "Sparati, lesbica di merda" all'"Ucciditi" la strada è poca.
Ma sempre la stessa. Percorsa dai soliti omofobi.

Questa volta la nostra Viviana gli insulti se li è presi dagli utenti della pagina Facebook No Ai Matrimoni Gay: SEGNALARE, SEGNALARE, SEGNALARE.

Prima hanno rubato una foto dal suo profilo Facebook e poi l'hanno usata per il solo gusto di insultare. Come i peggiori bulli.

La foto in questione, qui a sinistra, risale al 23 settembre 2013 e riguardava la discussione dell'estensione della legge Mancino; la didascalia della fotografia recitava: "Non avrei mai pensato di dirlo davvero, ma gli unici discorsi sensati che sto ascoltando, sono quelli degli onorevoli del partito 5 stelle. E' stato approvata la norma che legittima l'omofobia e garantisce la libertà di insulto anche alle organizzazioni di estrema destra. Gitti, Scalfarotto, Verini propongono l'emendamento salvavescovi, un pazzesco svuotamento della Mancino e non a caso la Lega Nord vota a favore. Sto assistendo all'inverosimile, affossate questa cazzo di legge, approfittate del voto segreto e facciamola finita. Meglio nessuna legge che questa brutta legge che rischia di essere controproducente. Sono veramente delusa e penso di unirmi a tutte le realtà LGBTQI che in questo momento, come me, come noi di MELADAILABRIANZA si sentono traditi dal PD". Con i suoi 108 like, 21 commenti e tre condivisioni.

Pubblicata la foto di Viviana sulla pagina sopra citata, si è scatenata la curva: 118 like, 52 commenti, 11 condivisioni. Gli omofobi vanno forte.
I commenti hanno da subito spaziato in lungo e in largo. 
Dal "Ecco, vai a vergognarti da un'altra parte" al "E tutto il resto dell'Italia si vergogna di te."
Dal "Vai all'altro mondo! Scoppia!" al "Puoi sempre andare fuori dai coglioni".
Dal "Io mi vergogno d'essere italiano se l'Italia è abitata da cose come te...." al "emigra in africa allora......troia", che si è guadagnato il posto di titolo del post.
E poi qualcuno ricorda anche che la gente non si accontenta mai: "Se fosse vissuta in Iran o in Pakistan non avrebbe potuto dirlo. La gente davvero non apprezza il valore della democrazia". E dai, Viviana, non apprezzi la democrazia? Anche se per lo stato italiano tu non esisti, apprezza almeno di essere al mondo.

E insomma, il resto delle spettacolo ve lo potete godere dalla pagina No Ai Matrimoni Gay, solo dopo averla segnalata per essere un contenuto che incita all'odio nei confronti dell'orientamento sessuale.

Ah, inutile dirlo, ma nel breve tempo intercorso tra la pubblicazione della foto da parte della pagina omofoba, la segnalazione di Viviana sul suo profilo e la pubblicazione di questo post sono stati cancellati innumerevoli commenti: sia da codardi che non hanno accettato le risposte, sia dagli amministratori che non hanno gradito l'intervento di "omosessuali, contro natura, luridi e schifosi" che hanno risposto a tono.

Ovviamente, essendo una pagina Facebook pubblica e non coperta da privacy, non lo saranno nemmeno i nomi degli attori.

Di seguito solo alcuni dei commenti:

 
 
 
 

Ah, quasi ci si dimenticava anche l'invito da parte di un carabiniere (o almeno tale si definisce) a farsi curare:

Basta che non ci sia Ines Brambilla di mezzo, però eh.


martedì 16 dicembre 2014

"CROWDFUNDING" NON E' UN INSULTO

Chi non muore si rivede. Meglio tardi che mai. Chi dorme non piglia pesci.
Mettetela come volete, fatto sta che il blocco dello scrittore è passato. Saranno gli effetti (pessimi) del Natale che si avvicina, ma Babbo mi ha fatto il bel regalo di far tornare l'ispirazione.
Ma non ha fatto tutto da solo. Il grosso del lavoro, quello per far tornare l'ispirazione, l'hanno fatto le matte di Lesbica non è un insulto.

Su facebook, dal profilo del progetto, si legge: "Natale è alle porte, l'albero è pronto e i regali sono impacchettati. Ma sei sicuro di meritarli? Pensaci bene, potresti non avere tutte le carte in regola e questo è il momento adatto per fare la cosa giusta".
Dopo non pochi sensi di colpa ed esami di coscienza, ecco il regale di Natale perfetto: per la fidanzata, per l'amica e per la nonna. Per posare l'ennesimo mattone per un mondo migliore.
Dal 19 dicembre (daje, che manca poco) partirà la campagna di crowdfunding sulla piattaforma BeCrowdy per sostenere il progetto Lesbica non è un insulto.
Chi non partecipa è un insulto.
Ah, e se questo non bastasse, anche il video di accompagnamento è fighissimo.

Aggiungiamo solo poche righe.

Ricapitoliamo cos'è Lesbica non è un insulto. Giusto per chi non le conoscesse ancora. Giusto per chi non fosse riuscito a venire al NOstrano Festival. Giusto per chi è un anno che non aveva accesso ad Internet. Insomma, solo per quelle due persone laggiù in fondo, visto che ormai, Lesbica non è un insulto, lo conoscono tutti.

Loro si descrivono così: "Corpi nudi di donne lesbiche e scritte nere sono il mezzo di comunicazione usato per indagare l’omosessualità femminile, per aprire un dialogo verso chi non la conosce a fondo o la ignora totalmente. Lo scopo del progetto è unire una fotografia essenziale e pulita ad un messaggio diretto ed efficace, che riveli la figura della donna lesbica nell'Italia di oggi e la liberi da luoghi comuni."

Il gruppo che ha reso tutto possibile è formato da Fabiana, Dunja, Letizia, Morena e Martina, la fotografa.

Partecipate. Che fa bene a tutti.
"Crowdfunding" non è un insulto.



mercoledì 8 ottobre 2014

NOSTRANO FESTIVAL - IL MENU DEL CAMBIAMENTO





Arcore, 08.10.2014 Meladailabrianza, in collaborazione con Le cose cambiano, Lezpop, Lei disse sì, Indie Pride e Diversity, presenta il “NoStrano Festival” che si svolgerà nelle giornate di sabato 25 e domenica 26 ottobre presso il Bloom di Mezzago (MB).

La manifestazione a tema lgbtq vuole essere un punto di inizio per un cambiamento vero e concreto: si incontreranno associazioni, collettivi e movimenti di tutta Italia ed il confronto tra di essi potrà portare ad intraprendere tutti lo stesso cammino verso la necessaria trasformazione che ha bisogno il nostro Paese.
Questa due giorni avrà un respiro nazionale e sarà da una parte un’apertura della Brianza verso le realtà delle altre province e regioni e dall’altra l’occasione per divulgare i passi avanti compiuti dalla provincia brianzola in questi anni.

Meladailabrianza, associazione brianzola lgbt che da due anni lavora sul territorio, Le cose cambiano, progetto il cui sito è fresco vincitore dei Macchianera Italian Awards 2014 come miglior sito lgbt, Lezpop, il primo sito italiano di informazione e di cultura lesbica e queer, Lei disse sì, sito nato per raccontare i mesi prima del matrimonio tra Lorenza e Ingrid diventato un vero e proprio film, Indie Pride, l'evento italiano dove musicisti, etichette e addetti ai lavori dell'industria musicale si uniscono per dire basta all'omofobia, e Diversity, associazione capitanata da Francesca Vecchioni, uniscono le loro forze per dare vita ad un’iniziativa che non ha limiti geografici, d’età o di contenuti: dai concerti live ai dibattiti, dalle mostre fotografiche alle proiezioni cinematografiche, dai laboratori per bambini agli stand informativi di tutte le associazioni presenti, il “NoStrano Festival” sarà un luogo e un momento di incontro e condivisione.

Il “NoStrano Festival” sarà il primo mattone posato per la costruzione di un tessuto che abbracci e tenga unite tutte le realtà italiane che lavorano per lo stesso fine. Sarà l’inizio di una nuova strada in cui associazioni, movimenti e collettivi potranno muoversi insieme per il raggiungimento dei propri obiettivi.

«Questo festival è un grande traguardo per Meladailabrianza – commenta Viviana Bruno, presidente dell’associazione brianzola – l’abbiamo desiderato fortemente ed eccolo qui: è il primo festival lgbtq a svolgersi in Brianza. La possibilità di confronto e di condivisione che andrà a creare questa manifestazione vuole essere quell’apertura verso l’Italia intera che permetterà a tutte le realtà di portare con sé il proprio vissuto e le proprie difficoltà, che sono diverse da provincia a provincia, e in questo modo unire le forze al raggiungimento del comune obiettivo di tutti. Insomma, creare quel vero cambiamento che serve adesso al nostro Paese: perché alla fine non c’è niente di strano».

LINK EVENTO ----> NOstrano Festival 

Chiara Reali, Le cose cambiano
Milena Cannavacciuolo, Lezpop
Indie Pride, Antonia Perassoni
Diversity, Francesca Vecchioni

Meladailabrianza
web: www.meladailabrianza.blogspot.com
Bloom
Via Curiel, 39 – 20883 Mezzago (MB)

www.bloomnet.org 

venerdì 4 luglio 2014

INDIE PRIDE - LE COSE CAMBIANO, SE IL CAMBIAMENTO INIZIA DA NOI

Ok, ok, si è capito che Meladailabrianza ci vuole mettere la faccia. 
E che invita tutti a farlo.
E ok, si è anche capito che le cose cambiano e cambieranno.
E che bisogna volerlo tutti.

Ma più si è meglio è, si dice. 
E nella vita si trova sempre il tempo per fare le cose belle.
E allora, ecco l’ennesima cosa bella.

Sempre all’insegna dell’”insieme”, Meladailabrianza si unisce anche Indie Pride perché la voce che grida “NO ALL’OMOFOBIA” sia ancora più forte. Iniziativa sostenuta anche da Le Cose Cambiano, Repubblica XL, Lei Disse Sì e Diversity, Indie Pride - Indipendenti contro l’Omofobia è l’evento italiano dove musicisti e addetti ai lavori del mercato discografico si uniscono per dire basta all’omofobia, in supporto ai diritti LGBT.
Nato nel 2012 dalla mente di Antonia Peressoni, Indie Pride ne ha fatta di strada fino a sconfinare oltre l’Italia.
Quest’anno Indie Pride insieme a Le Cose Cambiano decide di metterci la faccia e di farla mettere a tutti coloro che sostengono e sosterranno la lotta all’omofobia e quando si tratta di metterci la faccia, Meladailabrianza è sempre pronta.


Levante, Navarro, Davide Vettori, i Massimo Volume, Diodato, Kay Rush, i Perturbazione, etc..
Pure Anastacia. Fa’ te.
E questo non è che l’inizio. Di facce, se ne vedranno molte altre. Ma non solo in video.
Infatti Indie Pride quest’anno si sdoppia. 
Prima data: 18/10 al TPO di Bologna. 
Seconda data: 25/10 al Bloom di Mezzago con Meladailabrianza. Eh già! La casa invernale di Meladailabrianza ospiterà la seconda tappa dell’Indie Pride quest’ottobre con un entusiasmo, se possibile, ancora maggiore del solito. 

Tutto questo sarà possibile solo grazie all’aiuto di tutti. Indie Pride, infatti, è sempre stato organizzato in modo indipendente e autoprodotto, grazie anche a tutti coloro che hanno creduto nel progetto, ma quest’anno si vuole andare oltre, fare di più, perché, le cose, bisogna pur farle cambiare. 
E allora per poter realizzare appieno il progetto Indie Pride 2014 è nata la campagna di crowdfunding su MusicRaiser che durerà fino al 9 agosto. 


Perché le cose cambiano, se il cambiamento inizia da noi.


giovedì 26 giugno 2014

CAMBIAmenti: L'ORGOGLIO, INSIEME

Orgoglio. Insieme.
Ecco le due parole che hanno contraddistinto l'idea, la realizzazione e la presentazione del video CAMBIAmenti.

Ne avevamo già parlato e alla fine è successo davvero.
Domenica scorsa, 22 giugno, al FestivalMIX sono salite sul palco cinque donne e lì l'emozione è stata davvero forte.

Meladailabrianza e Lezpop hanno presentato il video che hanno realizzato in collaborazione con Le Cose Cambiano e Diversity.
Il video prende spunto dal racconto di Francesca Vecchioni contenuto nel libro “Le cose cambiano” e ne esalta il concetto centrale: il cambiamento contagioso.
La vicenda raccontata nel video è incentrata sul giorno seguente il compleanno della persona di cui Francesca, la protagonista, è innamorata. E che sia innamorata lo si capisce subito dalla faccia che fa quando il suo collega pettegolo le chiede di raccontarle la serata precedente. Sì, perché è questo il segreto di un amore felice: un collega che vuole il suo meritato racconto, una fiorista che consiglia i fiori migliori, un pasticcere che aiuta nella scelta della torta. Tutti ad aiutare Francesca a rendere il compleanno di Alessandra il migliore possibile.
Perché sì, Francesca sta con Alessandra.

"È l’effetto della conoscenza diretta, ed è dirompente", scrive Francesca Vecchioni nel suo testo e questo ricalca le fondamenta del video stesso: il quartiere conosce la coppia delle protagoniste e la vive quotidianamente nelle faccende di tutti i giorni ed è proprio questa quotidianità ad avere annullato i pregiudizi e distrutto gli stereotipi.


E ora via con i ringraziamenti.
A Federica Mirabelli e Nat Tasha LaPiana , cuore di Too Genius Freaks.
A Sara Piolanti, per aver donato la colonna sonora.
Ad Alessandra Nicita, per aver donato le parole accompagnatrici.
A Michele Bendin, Martina Matte Campanelli, Rossella Casari, Matteo Ippolito, Francesca Vecchioni, Simona Vimercati, per aver recitato con il cuore.


martedì 17 giugno 2014

NO ALLE SENTINELLE IN PIEDI

Lettera aperta alla redazione

Monza, 15 Giugno 2014

Gentile direttore,

a scrivere è Meladailabrianza, unita a diverse associazioni e realtà della provincia, al fine di manifestare fortemente il dissenso per la manifestazione che si terrà sabato 21 Giugno presso Piazza Duomo a Monza organizzata dalle “Sentinelle in Piedi”.



Questa rete, attraverso le sue veglie, si propone di tutelare la famiglia naturale fondata sull'unione tra uomo e donna. Sono un gruppo nato per manifestare contro la legge Scalfarotto contro l'omofobia perché dichiarano di essere contro ogni forma di violenza, ma anche contro la reintroduzione del reato d'opinione: sui loro volantini si legge che “Con questo disegno di legge rischia di essere accusato di omofobia: chiunque affermi pubblicamente che la famiglia naturale è fondata sull'unione tra uomo e donna; chiunque si esprime pubblicamente come contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso e alle adozioni. Soltanto esprimendo la propria opinione con questo disegno di legge si rischia di essere denunciati e di finire in carcere”. 
Come ormai ben noto l’estensione della Legge Mancino avrebbe previsto l’allargamento ai reati di stampo omofobico e transfobico (la richiesta di tale estensione riguardava l’inserimento dell’aggravante). 
La legge passata alla Camera invece contiene “una norma di garanzia che protegge omosessuali e transessuali e chiarisce che nessuno vuole punire la libertà di opinione”: a nessuno è mai venuto in mente che la libertà di opinione fosse violata, mentre la legge Mancino era in vigore. Ora invece stranamente ce ne si preoccupa. C’è forse bisogno di specificare ulteriormente un diritto sancito sia dall’art. 21 della Costituzione Italiana sia dall’Art. 10 della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali? 

Con questi propositi le iniziative delle “Sentinelle in Piedi” prendono i connotati di manifestazioni di omofobia e pregiudizio, che nella nostra provincia non dovrebbero trovare spazio. La Brianza sta facendo passi da gigante nella tutela dei diritti della popolazione omosessuale e ospitare questo gruppo procurerebbe solo disinformazione.
Meladailabrianza e le realtà che le si sono unite propongono che l’iniziativa di sabato 21 Giugno venga ignorata, non seguita né partecipata, ma che venga presa una posizione decisa al fine di non minare i progressi legislativi e culturali fatti in questi ultimi mesi nella provincia.
Perciò si chiede che la cittadinanza e il Comune stesso prendano una posizione netta affinchè le “Sentinelle in Piedi” non perpetrino il loro lavoro di disinformazione.


Firme,


lunedì 9 giugno 2014

MELADAILABRIANZA & LEZPOP @ Festival MIX

Ecco che si è arrivati al fatidico momento.
Quello in cui si sta per annunciare di aver fatto una cosa davvero bella, con persone davvero fantastiche e allora non importano più le corse, i ritardi, gli sbattimenti, le notti in bianco e le mille telefonate.

Sì, è questo il momento in cui, Meladailabrianza e Lezpop producono un video che verrà presentato al Festival MIX di quest'anno nella serata di domenica 22 giugno.
E l'annuncio è pieno di emozione, soddisfazione e orgoglio.


Orgoglio soprattutto è la parola giusta, perchè questo è il contributo che le due realtà danno alla settimana del Pride. Ma non saranno da sole.
A questo progetto hanno collaborato anche Le Cose Cambiano e Diversity di Francesca Vecchioni.
.



Ora il vero problema è il classico bivio: svelare o non svelare? Raccontare qualche anticipazione oppure no.
Facciamo così, giusto qualche indizio.

Al video hanno partecipato gli amici di sempre, con le proprie facce o con quello che gli veniva meglio. Che la voglia di cambiare le cose è la chiave di tutto e che #insieme potrebbe essere la parola che accompagna il tutto.


Born To Be Pride

STAY TUNED!


giovedì 29 maggio 2014

#iocimettolafaccia: ELVIRA RIBOLA __________ Avere una fidanzata, ritrovarsi una ex omofoba

Questa storia è diversa da quelle che abbiamo raccolto finora. 
A raccontarsi e a metterci la faccia è Elvira, una venticinquenne di Bergamo impegnata ed intelligente. Con due occhioni che sono tutto un programma.
Quello che è venuta a scrivere sembra buon materiale per un film, ma invece purtroppo questi brutti scherzi qualcuno glieli ha tirati davvero nella vita.
Fidanzata felicemente con una donna con lunghi capelli ricci e occhi azzurri come il cielo
, Elvira viene lasciata dalla sua ragazza per un uomo.
Come se ciò non bastasse, questa ex fidanzata diventa omofoba, rinnegando quindi il suo stesso passato e insultando ed inveendo contro l'omosessualità. 
E sì, poi? Nient'altro? Manca solo aprire un sito di raccolta per storie di altri ex gay italiani e le ha fatte tutte.
Sì, perché tutto questo sembra di averlo già sentito. O almeno letto.

Sembra.


Cominciamo come sempre, il galateo è importante. 
Prima le presentazioni: chi sei? Cosa fai nella vita?
Mi chiamo Elvira Ribola, ho 25 anni e nella vita di noioso lavoro di divertente faccio parte di Bergamo contro l'omofobia e del comitato Rompiamo il silenzio.

Ora cominciamo sul serio. Perché sei qui, sul blog di Meladailabrianza?
Sul blog ci sono perché nella vita bisogna avere coraggio e per chiedere diritti bisogna metterci la faccia. Qua a Bergamo scendiamo nelle piazze con rompiamo il silenzio, ma credo sia giusto farlo anche in Internet dato che è il mezzo di comunicazione più usato dai giovani e, come dico sempre io, l'informazione e la comunicazione se usata male può arrecare danni a molti.

Metterci la faccia abbiamo visto che è tanto importante quando difficile: perché hai deciso di metterci la faccia e raccontare la tua storia?
Ho deciso di metterci la faccia dopo aver ricevuto attacchi omofobi da gruppi che parlano di omosessualità curabile di cui fa parte una persona che per me è stata importante, ma che ora è finita dalla parte opposta alla mia in quelli che attaccano in continuazione l'omosessualità.

Un momento molto importante della vita è il proprio coming out: quando è stato e qual è stato il tuo coming out più importante? 
Il mio coming out con gli amici è avvenuto a 13 anni mi pare, al mondo (diciamo quando ho smesso di dare importanza agli estranei) e alla mia famiglia è stato dopo la fine della mia ultima storia a Ottobre.

Abbiamo raccolto molte storie di coppia e d’amore. Com'è stato per te vivere il tuo amore?
Più che come è iniziata, come è finita. Sono stata sei anni con una ragazza, lei aveva sempre avuto ragazzi prima e questo mi spaventava, infatti è finita che mi ha lasciato per un ragazzo e ha deciso di dichiararsi lesbica guarita e aprire una pagina omofoba. E' stato difficile per la paura dei giudizi, le ho fatto mancare molto. Questo credo che negli anni ci abbia fatto allontanare. Credo sia il rancore ad averla portata a negare il suo passato i ragazzi che ha avuto per potersi scagliare contro l'omosessualità. Questo comunque mi ha portato a capire chi sta dietro gli insulti ed avere il coraggio di dichiararmi e raccontare la mia storia, scendere in piazza a lottare per i miei diritti ed essere consapevole e felice di chi sono.

L’abbiamo chiesto a tutti e lo chiederemo anche a te: vuoi lasciare un augurio a chi ci legge…
A quelli che leggono la mia storia voglio dire di essere forti, l'omosessualità non è una malattia: sono le persone che additandoci e insultandoci vogliono farci sentire sbagliati, ma grazie alla mia famiglia e i miei amici ho capito che io mi devo distinguere per il buono che faccio in questa società, non per chi amo. Sorridete, stringete i denti: chi vi insulta non merita le vostre lacrime nè il vostro tempo. Vivete liberi dai pregiudizi. Siate fieri di voi e siate voi stessi: chi vi insulta è un infelice, non lasciate che vi contagi.


martedì 27 maggio 2014

#iocimettolafaccia: ROBERTO BAGAZZOLI

Naturalezza. E' questa la parola chiave della storia di Roberto.
Già perché basta farsi conoscere per "dimostrare che noi gay non siamo dei “marziani”".


Cominciamo con le presentazioni. Chi sei? Quanti anni hai? Cosa fai nella vita?
Mi chiamo Roberto ho 49 anni nella vita faccio lo Speaker Radiofonico e sono pubblicista.
Sono Marchigiano ho vissuto 7 anni a Roma con il mio ex compagno e da 3 vivo in Brianza a Cavenago con il mio compagno Paolo e il nostro cane Briciola, un meticcio pura razza di strada.

Ora, per conoscersi meglio.
Dove sei nato e cresciuto? Com'è stata la tua adolescenza?
Sono nato ad Ancona da padre romano e mamma pesarese, siamo sempre stati un po' girovaghi in quanto mio padre è stato comandante dei carabinieri, poi nel 1977 ci siamo fermati a Monte San Giusto in provincia di Macerata dove ho frequentato le scuole primarie e il primo anno di Ragioneria. Sempre per lo studio mi sono trasferito a Pesaro con i nonni materni dove ho completato gli studi di Ragioneria e poi mi sono iscritto a Giurisprudenza ad Urbino, dove dopo due anni ho smesso di studiare per la morte di mio padre. I primi anni li ho vissuti in questo piccolo paese che negli anni 70 è stato la culla della produzione calzaturiera italiana, educazione rigida ma anche privilegiata, ero sempre il figlio del comandante dei Carabinieri del posto. La seconda parte della mia vita l'ho vissuta a Pesaro molto più da “indipendente” con mia nonna che è stata sempre una “illuminata” sul fronte dell'educazione ed era ben disposta nel dare “fiducia” in quelle che potevano essere le scelte quotidiane.

E ora che sei grande, com'è la vita? 
E come la riempi?
Oggi sono un uomo sereno e appagato, ho una famiglia che è il mio “porto sicuro” e il tutto vissuto con grande naturalezza. Lavoro a Radio Reporter di Milano, ma anche a Radio Sabbia di Riccione (ho lo studio in casa), ho una mia webradio che si chiama Stereo Pesaro. Sono direttore Responsabile di una testata “On Line” che si chiama Pesaro Prima e trovo tempo di fare lo speaker in alcuni siti di aggiornamento professionale per alcune importanti aziende Italiane. Convivo con Paolo da 3 anni e stiamo insieme da 4, Briciola è arrivata dal canile un anno e mezzo fa.

Quando è stato e (soprattutto) qual è stato il tuo coming out più importante?
Il Coming out più importante l'ho fatto a me stesso con l'aiuto di un'analista, uscivo da 10 anni di matrimonio ed era ora mettessi un po' di ordine nella mia vita. Le prime persone con cui ho parlato sono state Luigi (amico di una vita) che mi trovò a piangere dietro la porta di uno studio radiofonico a causa della mia prima ”cotta”, poi è stata la volta di mio fratello, mia cognata e mia madre, con lei non è stato semplicissimo, solo perché si è fatta e mi ha fatto un sacco di domande, ha cercato di capire se fosse colpa sua. Milioni in lire di colazioni e un solco sul lungomare di Pesaro dove andavamo a passeggiare e chiacchierare.

Meladailabrianza dice sempre che “Per ottenere diritti, bisogna avere visibilità; per avere visibilità, bisogna metterci la faccia”. Tu che significato dai al “metterci la faccia”?
"Metterci la faccia", per me, è vivere la mia condizione di omosessuale con estrema naturalezza. Io credo che contro l'ignoranza si possa rispondere essendo se stessi ed essere un esempio. Mi spiego meglio, a me capita spesso di avere amici che mi dicono tu e Paolo siete così normali nella vostra vita di coppia. Insomma riusciamo a dimostrare che noi Gay non siamo dei “marziani” e che oltre al “folklore” ci sono anche delle “persone”.

Un episodio in cui ci hai “messo la faccia”?
Racconto un esempio negativo, fino al mio arrivo a Milano mi è capitato di incontrare delle persone che non mi hanno mai fatto pesare la mia condizione. Sono partito da Roma e avevo già un colloquio di lavoro “in mano”. Superato il provino, mi hanno parlato dei termini di contratto e poi per 15 giorni silenzio. Mi è stato dato un appuntamento in cui il direttore Artistico di una stazione Radio milanese molto importante mi ha detto che non avrei avuto quel posto perché ero gay. Ho incassato malissimo quel colpo poi ho trovato persone che della mia vita privata non si interessano granché, ma mi hanno valutato per la mia professionalità e hanno successivamente chiamato nel gruppo di lavoro anche il mio compagno anche lui radiofonico.

Un augurio o auspicio da lasciare a chi ci legge…
Che molto presto prevalga il senso civile e il rispetto per Gay, Lesbiche, Trans, Transgender. Mi auguro che si possa fare più “movimento” che feste. In America la comunità Gay è una potenza di cui la politica ha soggezione. Ecco cosa mi auguro. Che si possa discutere dei diritti della coppia sposata o meno. Perchè io sono di quelli che non ritiene importante il matrimonio come istituzione, noi lo siamo senza bisogno che ci siano terzi a sancirlo. Vorrei però acquisire i diritti di un familiare e non di un “tollerato”.


venerdì 9 maggio 2014

17/05, SELFIE GRATIS: NO ALL'OMOTRANSFOBIA

Ormai lo sanno tutti, cosa dice Meladailabrianza.

Per ottenere diritti, bisogna ottenere visibilità.
Per ottenere visibilità, bisogna metterci la faccia.

E metterci la faccia è GRATIS.


In occasione della Giornata Internazionale contro l'Omofobia, la Bifobia e la Transfobia di quest’anno Meladailabrianza organizza un flashmob presso Piazza dell’Arengario a Monza durante il quale a partire dalle 15:30 verranno raccolti fotografie e autoscatti all'insegna dello slogan “#iocimettolafaccia”.

L’iniziativa ha il titolo “Selfie Gratis” e rimarca ancora una volta il grande valore che Meladailabrianza dà al tema della visibilità. Meladailabrianza chiederà a chi passerà dal luogo del flashmob di partecipare con una foto per dire no all’omotransfobia.

Fin dalla sua nascita, Meladailabrianza ha fatto della visibilità il suo cavallo di battaglia: un’occasione come quella della Giornata Internazionale contro l'Omofobia non può che permettere di ribadire quest’idea. 

Questa ricorrenza è stata istituita nel 2007 e il 17 Maggio è stato eletto come data simbolo poiché coincide con la rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella Classificazione Internazionale delle Malattie pubblicata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (1990): questo traguardo non deve essere dimenticato poiché, citando Carlo Gabardini e il suo ultimo video, è importante sottolineare come l’omosessualità non sia una malattia. Conoscere e farsi conoscere permette di abbattere i pregiudizi e di combattere gli stereotipi: metterci la faccia rende forti e liberi. 

Meladailabrianza non smetterà mai di ripeterlo.


mercoledì 7 maggio 2014

#iocimettolafaccia: STEF SANNINO

Una fidanzata, due cani e una gatta. Questa è la famiglia di Stef.
Che qui racconta di sè, della sua vita e dei suoi progetti di vita con Silvia.

All'orizzonte un matrimonio all'estero, aveva detto Silvia.
Ma Stef ha spifferato la location.



Cominciamo con le presentazioni. 
Chi sei? Quanti anni hai? Cosa fai nella vita? 
Mi chiamo Stefania e ho 28 anni. Da circa un anno e mezzo lavoro per una società di consulenza, un lavoro che mi appassiona tantissimo, che mi permette di interfacciarmi costantemente con persone, problemi e realtà nuove ma che mi “toglie” tantissimo tempo. A seguito di un corteggiamento estenuante, alla fine ce l’ho fatta e sono due anni e mezzo che convivo con la mia fidanzata Silvia, i nostri due cani e la nostra gattina a Milano, dove abbiamo preso casa circa un anno fa.

Ora, per conoscersi meglio. 
Dove sei nato/a e cresciuto/a? Come ‘è stata la tua adolescenza? 
Sono nata a Napoli e ci ho vissuto fino a 23 anni. Poi, terminata la triennale, ho deciso di fare gli ultimi due anni di specialistica a Milano con la promessa che, il giorno dopo la laurea, sarei tornata nella mia terra. La mia adolescenza? Non credo ci sia molto da dire. Sinceramente ho avuto una famiglia molto presente e questo ha fatto sia si che non mi mancasse mai nulla, sia che la mia adolescenza e la mia crescita fossero spesso “controllate” dai miei genitori. Ecco, diciamo che non sono una di quelle ragazze che possono dire di aver bruciato le tappe. Ma sono cresciuta serena, amata, stimolata, seguita e quindi non ho veramente nulla di cui lamentarmi. Nello stesso tempo, però, negli anni ho sviluppato un sano/insano desiderio di libertà e credo che la scelta di terminare gli studi fuori sia stata influenza in parte anche da questo. Il mio spostamento a Milano ha significato una miriade di cose. Inizialmente ero spaventata, sempre in casa, sempre con il mio coinquilino e amico di una vita, sempre con ragazzi dell’università e quasi tutti i week-end di ritorno a Napoli. Poi una frase di mio padre mi ha fatto riflettere (cito testualmente): “No, a papà, non puoi tornare anche questo week-end. Hai scelto di andare a Milano e se continui a tornare sempre a casa questa esperienza non la vivrai mai pienamente. È una gioia vederti ma non tornare, prova a vivere veramente lì”. All’inizio ho vissuto male quella frase ma ricordo nitidamente la sensazione di libertà che sentii quello stesso week-end, quando decisi di ascoltare il consiglio di mio padre e andai a ballare, da sola. Lo so che è una cosa da sfigati, me ne rendo conto. Però da quel momento in poi è iniziata la mia vita a Milano, quella stessa vita che è riuscita a farmi realmente crescere, a farmi fare le prime vere esperienze, a farmi sbagliare e a farmi rendere conto che quella volta avrei dovuto alzarmi da sola. Le prime sbronze, le prime albe, le prime follie. A Milano devo tantissimo. A Milano devo certamente la persona serena e consapevole che sono oggi. Quella che riesce ad essere un maschiaccio a testa alta. Quella che riesce a legarsi i capelli e ad indossare pantaloni da uomo senza sentirsi a disagio. Quella che adesso sa uscire e sa quando è ora di tornare. Quella che conosce la responsabilità, personale ed emotiva. Milano mi ha fatto cadere talmente tante volte che non riesco più neanche a contarle ma mi ha sempre dato la possibilità di rialzarmi, senza giudizi. Mai. Nonostante tutto questo, con il passare degli anni, la nostalgia di casa (Napoli) si è fatta sempre più forte. 

E ora che sei grande, com'è la vita? 
E come la riempi? 
E ora che sono grande, lavoro e amo. Si, questa è la mia vita. Mi sento completa, felice e soprattutto serena e realizzata. Il mio lavoro mi impegna veramente tantissimo e mi porta a stare molto tempo fuori ma sapere di poter tornare a casa ed avere Silvia e tutta la prole ad aspettarmi è un qualcosa di veramente indescrivibile. Da un mese e mezzo sono a Napoli per lavoro e sabato scorso sono andata a prendere tutta la famiglia a Milano e ci siamo trasferite in una piccola casetta di fronte al mare. Le due randagie canine sono felicissime, passano la giornata a chiedere di andare in spiaggia. Io sono la donna più felice del mondo perché Napoli l’adoro sopra ogni cosa e desideravo enormemente tornare “in patria”. Silvia si sta ambientando e sta dando una possibilità alla mia terra che ama ma che nello stesso tempo odia per quanto male viene trattata. Il programma per il prossimo week-end è passare giornate intere fuori casa, tra corse in spiaggia, cene sul mare, amici e amore. E intendiamo fare questo per molto, molto, moltissimo tempo. Ma dove la trovo un’altra donna che per amor mio e della nostra famiglia, mette da parte anche un po’ se stessa per seguirmi?

Quando è stato e (soprattutto) qual è stato il tuo coming out più importante? 
Di coming out ne ho fatti veramente tanti. Non so perché, nonostante io abbia scritto in fronte “omosessuale”, la gente fatichi ad accorgersene e aspetti sempre che sia io a rivelare loro la grande verità. Scherzi a parte, quello più importante è stato sicuramente quello con mio fratello anche se, diciamoci la verità, è stato più lui a dire a me che già lo sapeva che io a lanciarmi in una coraggiosa affermazione del mio io. Lo considero il più importate perché dicendolo a lui, l’ho detto anche a me stessa. Mi sono ascoltata raccontare chi sono. La sua reazione tranquilla, la sua complicità ed il suo appoggio mi hanno fatto sentire per la prima volta “normale”, o meglio, non sbagliata. Da quel momento ho cominciato a respirare. A capirmi. Ad accettarmi e con gli anni a volermi un gran bene. Soprattutto grazie a quel coming out, oggi Silvia ed io siamo una coppia completamente riconosciuta anche dalla mia famiglia. Pensate che per scegliere la casa a Napoli, Silvia è stata una settimana 24/24 con mia madre in giro per la città mentre io ero a lavoro. E lei continuava a dirle “resta quanto vuoi, sei una di famiglia, questa è casa tua”. 

Meladailabrianza dice sempre che “Per ottenere diritti, bisogna avere visibilità; per avere visibilità, bisogna metterci la faccia”. Tu che significato dai al “metterci la faccia”? 
Non credo ci sia bisogno di vestirsi con la bandiera della pace e andare in giro su un carro per metterci la faccia. Credo che semplicemente significhi essere se stessi ogni singolo giorno. E se si è omosessuali, essere anche quello nel totalmente rispetto degli altri e del proprio io. Anche questa vostra iniziativa è un modo come un altro di metterci la faccia. Ed io ce la metto. Così come ce la metto tutte le volte che non mi nascondo, o tutte le volte che esco per mano con Silvia, che parliamo agli altri (conosciuti e non) come una coppia, che raccontiamo di noi come di una famiglia, con componenti con qualche zampa di troppo, ma pur sempre una famiglia.

Un episodio in cui ci hai “messo la faccia”? 
Sicuramente quando l’ho detto ai miei colleghi e quando ho presentato loro Silvia. Non potete capire come mi sono sentita leggera e stupida allo stesso tempo nell’aver aspettato così tanto. Ci facciamo sempre tremila problemi, abbiamo sempre poca fiducia nel prossimo, partiamo costantemente dal presupposto di avere di fronte bigotti e ignoranti quando nella maggior parte i primi bigotti siamo noi. Se dessimo più opportunità agli altri di conoscere il “nostro mondo”, probabilmente le cose cambierebbero molto più velocemente.

Un augurio o auspicio da lasciare a chi ci legge… 
Annunciazione, annunciazione: Silvia ed io contiamo di sposarci il più presto possibile a NY, Long Island per la precisione. Con pochi amici e con le nostre famiglie. Un fotografo, un bouquet e un rinfresco tassativamente vegano. Saremo entrambe vestite di bianco ma solo lei porterà l’abito nuziale e riuscirà ad essere ancora incredibilmente più bella. Sogno un napoletano con un mandolino a farci la “posteggia” ma non si può avere tutto dalla vita. L’auspicio che mi sento di lasciare a chi legge e di non dover fare milioni di milioni di milioni di milioni per consacrare il vostro sentimento e per sperare di avere un minimo di tutela e di riconoscimento per quella che con tutto il cuore vi auguro sarà la vostra famiglia per sempre.


martedì 29 aprile 2014

#iocimettolafaccia: ILARIA FACCI

Shakespeare diceva: "È tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti".
Per Ilaria, la luna, è stata una donna. Ma poi ne è arrivata un'altra, che invece aveva l'aspetto del sole, che ha riportato la luce nella sua vita. 


Mi chiamo Ilaria.
Chi sono io? Fino a sei mesi fa ero ben sicura di ciò che ero: una trentenne, etero, che lavorava nella moda. Abitavo a Milano.
Una ragazza 'normale', anche se non mi sono mai soffermata troppo su questa parola. Ogni tanto qualche ombra sulla testa, ma nulla di che, mi dicevo, vai avanti, Ilaria. Vivevo la mia vita per niente semplice. E per niente complessa.
Ma poi è apparsa Francesca.
E mi sono innamorata come non mai. 'Che importa se è una donna? E' lei. Lei è i miei occhi'. Impazzivo di gioia. E d'improvviso, il crollo.
D'un tratto ho iniziato a piangere, senza capirne il perché, e senza più smettere; mi sentivo persa. Nuda. Vuota.
La disperazione ha iniziato a mangiarmi dentro, fino a rendermi cieca. Improvvisi, affioravano i ricordi dal passato. Doveva essere colpa sua, di Francesca, o della violenza subita da adolescente, o di mio padre inesistente. Doveva essere di uno di loro la colpa di questo dolore inspiegabile, apparso nel momento più felice. Vedevo la mia vita come un vortice di forze che mi schiacciava. Il mondo si divertiva a soffocarmi. Ed ho continuato così, per mesi. Sola, ormai incapace di reagire; senza sapere contro chi stessi lottando, ma già sconfitta. Mia madre, preoccupatissima, mi obbligò ad andare da lei, a Londra. Senza alcun miglioramento ripetevo così lì le mie giornate, in pianti inutili e continui. 
Ed è stato dal silenzio, che è apparsa Sabina.
Lei era un contatto di lavoro su Londra; mi chiedeva di prenderci un caffè. Mi sono trascinata fuori di casa con l'entusiasmo di un bimbo che, dopo le vacanze, torna a scuola.
Ma sono andata a quell'appuntamento.
Ed in un solitario Starbucks lei mi ha parlato del Buddismo (di Nichiren Daishonin) e dell'Associazione Soka Gakkai. Diffidente, ma curiosa, mi sono avvicinata lentamente alla pratica buddista. 
E grazie ad essa, col tempo, ho finalmente capito: la mia battaglia non era altro che contro me stessa. Ed ho ricordato gli infiniti segnali che la vita mi aveva mandato, da sempre.
Ho visto.
Io sono lesbica. E sono libera.
Finalmente libera dai giudizi di me stessa, su me stessa. 
Chi sono io? Una persona che sta imparando ad amare. E solo questo importa.


domenica 27 aprile 2014

#iocimettolafaccia: ELEONORA STOLFI

Questa è la storia di Eleonora. Ed è una storia fatta di libertà.
La storia di una giovane donna che ha fatto le sue scelte e se ne è presa le proprie responsabilità: la storia di chi ha avuto la forza di non accontentare gli altri, di non perdere se stessa.

Cominciamo con le presentazioni. Chi sei? Quanti anni hai? Cosa fai nella vita? 
Ciao, sono Eleonora, ho 32 anni e lavoro per la telefonia ma è da una vita che provo a fare la musicista. Scrivo e sono la voce del progetto elettro pop PlasticnoirConvivo a Milano con la mia compagna Margherita da 2 anni e per un anno abbiamo vissuto a distanza per la mia permanenza a Londra dove ho lavorato e frequentato l'accademia di musica contemporanea a Kilburn.

Ora, per conoscersi meglio. 
Dove sei nato/a e cresciuto/a? Come‘è stata la tua adolescenza?
Sono nata a Vigevano, in provincia di Pavia. Ho frequentato il liceo scientifico Cairoli ed è lì che ho iniziato con le mia prima band, la mia prima cotta per una donna e la prima lunga storia con un ragazzo. Sono stata un'adolescente davvero timida ed introversa, passavo dall'altra parte del marciapiedi se incrociavo sguardi di estranei. Ho da sempre avuto un rapporto quasi simbiotico con mamma e con lei ho affrontato varie vicissitudini familiari ed un rapporto conflittuale col mio corpo. Lo sport e la musica mi hanno aiutato pian piano a vivermi interamente e ad esprimermi con gli altri nella mia interezza. Ho avuto alcune storie con ragazzi ed una durata 5 anni, lui era la sicurezza, non avrei mai trovato una ragazza in un paese piccolo e provinciale. Questo era quello che credevo. L'ho amato a mio modo, ma quello che vinceva era il disegno che gli altri desideravano per me. Avevo paura di deludere. E' stato comunque un ottimo compagno di viaggio e di musica, altrimenti potrei darmi solo della schizofrenica.

E ora che sei grande, com'è la vita? E come la riempi? 
Oggi ho una famiglia. Anzi più di una: mamma e mio fratello minore e quella con la mia compagna....proprio l'altro giorno le ho detto:”Con te ho sposato un palazzo”, perchè la mia famiglia “adottiva” è composta da un meraviglioso gruppo di ragazzi, oggi un po' in giro per il mondo, le mie Fate Ignoranti. In questi anni ho vissuto 3 convivenze, compresa quella attuale e posso dire che in ognuna ho incontrato 3 me diverse, credo sempre più evolute...almeno oggi è quello che sento di dire in base alla mia serenità sempre maggiore. Io e Marghe vorremmo tornare insieme a Londra o comunque in un posto dove essere riconosciute come coppia, lei vuole un cane (io preferirei un figlio)ed io “giocare” ancora un po' sul palco senza sentirmi in dovere di giustificarmi con un lavoro “normale” come a volte qui accade.

Quando è stato e (soprattutto) qual è stato il tuo coming out più importante? 
Il giorno del mio diciannovesimo compleanno scrissi una lettera a mamma. Lei era sull'autobus, stava andando a lavoro. Mi chiamò chiedendomi dov'ero, ci siamo incontrate, mi abbracciò in lacrime e mi chiese se c'era qualcosa che non aveva capito nella lettera, se aveva travisato, se ero gay. Le risposto che non lo sapevo, che non capivo più nulla, che forse sì. Mi disse che dovevo essere felice. Sono stata fortunata. Mamma ha accolto tutte le mie famiglie e “l'ingombranza” della mia inquietudine fino a quel giorno.

Meladailabrianza dice sempre che “Per ottenere diritti, bisogna avere visibilità; per avere visibilità, bisogna metterci la faccia”. Tu che significato dai al “metterci la faccia”? 
Credo sia non far finta che una carezza sia una pacca sulla spalla, che uno sguardo complice sia un'intesa tra amiche o che due mani sul tavolo di un bar possano stare anche lì una sopra l'altra anche quando arriva la cameriera.

Un episodio in cui ci hai “messo la faccia”? 
Al penultimo provino di X-Factor, prima di esibirci, alla domanda di Simona Ventura “Siete amiche o sorelle?” risposi “Compagne”. Facemmo successo sul pubblico e sui giudici. Arisa urlò ed alzò le braccia. Queste reazioni così entusiasmanti mi fanno sorridere. Ce la faremo!

Un augurio o auspicio da lasciare a chi ci legge … 
La vita è davvero nostra. Io mi sono tolta qualsiasi rimpianto. Ho scelto e preso le responsabilità delle mie scelte. Auguro a tutti di avere la forza di non accontentare gli altri e svuotarsi o perdere se stessi. Siate liberi.