lunedì 30 settembre 2013

INES BRAMBILLA SMASCHERATA! IL CASO E' CHIUSO.


''Centro La Rinascita. Terapie riparative. Dall'omosessualità si può guarire.''



Negli ultimi mesi ci siamo imbattuti sulla bacheca della ''Dottoressa'' Ines Brambilla.

''Ines Brambilla Sono laureata, sono psicoterapeuta, e sono anni che esercito la mia professione.''

Che a suon di:

Maledetti deviati;
Grazie a Dio ci sono ancora presidenti come Vladimir Putin;
L'ho detto, lo dico e lo ripetero' fin quando esalero' l'ultimo respiro:  questa gente e' malata;
Perversione, disagio e immoralità. Tutto questo non lo considereremo mai NORMALITA';
si è fatta notare da una grande fetta di comunità LGBTQI del web.
Insulti, segnalazioni, persone bannate, post e richieste di spiegazioni, hanno riempito la sua bacheca di facebook in questi ultimi mesi.

Noi abbiamo preferito osservare senza far rumore. Il nostro scopo era quello di capire con cosa e chi avevamo a che fare e di dare supporto a quei ragazzi (molto giovani) che chiedevano aiuto e che a lei affidavano la loro guarigione.
A noi pero’, è bastato poco per scoprire  ‘’LA FARSA’’

Iniziamo col dire che, con una semplice ricerca effettuata sul sito dell’Albo Psicologi Nazionale, non esiste nessuna iscrizione a suo nome e che quindi, questa persona non è abilitata a esercitare la professione di psicologa.
Un’altra cosa semplice da provare è che i sei account di ragazzi che la seguono da sempre sulla sua pagina personale, sono evidentemente fake.
Basta fare una semplice ricerca iconografica, per capire che le foto utilizzate per creare questi profili, sono state rubate dal web. (Noi per questioni di privacy non le diffonderemo).
Un’altra cosa semplice da verificare è la data con cui queste foto profilo sono state caricate, su sei account, abbiamo riscontrato che l’immagine profilo è stata caricata per tutti nella data del 29 Luglio 2013 (che coincidenza).


Detto questo, si intuisce che sono profili creati per dare credibilità a un’attività che in realtà non esiste.

Non esiste nessun Centro La Rinascita, non esiste nessuno dei psicologi che lei cita come suoi collaboratori e non esistono neanche i docenti che a detta sua, tengono lezioni sulle terapie riparative.

Nessuno di noi le aveva mai dato troppa credibilità, ora piu’ che mai.
Abbiamo a che fare con uno dei tentativi di fake piu’ ridicoli mai visti.
Abbiamo provveduto a segnalare il tutto alla polizia postale e ci auguriamo che al piu’ presto si provveda a segnalare o bloccare questa persona.


PS: ‘’Famiglia di serie B’’ a Viviana non era proprio andato giù.





domenica 22 settembre 2013

LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA, DICE? MMM, VABE'!

228 sì, 57 no e 108 astensioni.
Questo l’andamento dell’approvazione in prima lettura del testo sull’omofobia e la transfobia discusso giovedì scorso alla Camera.

Giovedì 19 settembre si discuteva la creazione della legge contro l’omofobia e la transfobia, che prevedeva l’estensione della legge Mancino, e in questo Belpaese di “ma” e “se”, nulla è andato come previsto. O almeno sperato.

Ma cominciare dall’inizio, chiarirà le idee.

È il 1993, quando viene introdotta la Legge Mancino (dal nome dell'allora Ministro dell'Interno che ne fu proponente) che condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista, e aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. La legge punisce anche l'utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici.

Inizia la discussione per l’estensione di questa legge ai reati di stampo omofobico e transfobico.

È il 2009, quando Anna Paola Concia, deputato del Partito Democratico, presenta a riguardo un disegno di legge che viene dichiarato incostituzionale dalla maggioranza della Camera perché l’espressione “orientamento sessuale” contenuta (peraltro già sancita in trattati internazionali, risoluzioni del Parlamento Europeo e leggi italiane) è ritenuta equivoca in quanto comprende zoofilia, sadismo e masochismo, ma anche inclinazioni illegali quali necrofilia e pedofilia.

È il 2011, quando Anna Paola Concia ci riprova. Si discute un secondo disegno di legge, di nuovo rigettato per incostituzionalità perché con esso i gay acquisirebbero un trattamento più favorevole rispetto ad altre categorie di cittadini.

È giovedì 19 settembre 2013, quando si torna alla Camera per la discussione dell’estensione della Legge Mancino. 

È giovedì 19 settembre 2013, quando l’onorevole Gregorio Gitti di Scelta Civica propone un subemendamento (1.61) alla legge:
Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente, ovvero assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione, ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni.
Approvato.

È giovedì 19 settembre 2013, quando viene presentato anche un secondo emendamento, l’1.76, sempre da Scelta Civica, che riguarda il licenziamento dal posto di lavoro per omosessualità. Rigettato.

È giovedì 19 settembre 2013, quando l’onorevole del Partito Democratico, Ivan Scalfarotto (omosessuale dichiarato), difende la bontà del subemendamento Gitti.

È giovedì 19 settembre 2013, quando alla Camera viene approvata una legge omofoba contro l’omofobia e la transfobia.

La legge contro l’omofobia e la transfobia, estensione della legge Mancino, è stata snaturata insieme al suo testo di appartenenza.
La richiesta di tale estensione riguardava l’inserimento della tanto nominata “aggravante”.
Per circostanza aggravante o semplicemente aggravante si intende un elemento di fatto o una situazione che può accompagnare l'azione o l'omissione illecita prevista come reato e che il legislatore ha preso in considerazione come motivo di aumento della pena.
Quindi l’aggravante è una situazione che richiede prove per essere accertata e che solo quando lo sia stata, comporta l’aumento della pena.
Il principio dell’aggravante viene travisato da sillogismi tipo: “Allora prima di picchiarti devo chiederti se sei gay”, perché l’aggravante entra in gioco nel momento in cui non ci siano motivi apparentemente validi per giudicare l’aggressione.
La violenza scaturita da ciò che si è deve essere punita maggiormente rispetto alla violenza scaturita per ciò che si è fatto.
“Ti picchio perché mi hai spinto (gay o no che tu sia)” è un conto.
“Ti picchio perché sei gay (che mi abbia spinto o no)” è un altro.

L’aggravante è stata presentata alla Camera, purtroppo, in associazione ai sopracitati emendamenti. Quindi votarla avrebbe significato anche dare il voto all’emendamento 1.61.
Ma cosa dice in realtà l’emendamento 1.61? Con il testo presentato si va a dare tutela a tutte quelle realtà il cui libero pensiero professa l’omofobia o la transfobia. Vengono tutelate tutte quelle situazioni che svolgono attività di natura politica (Forza Nuova, ad esempio, che non più
tardi di qualche tempo fa tappezzava Roma con slogan che recitavano “Io sto con Putin”), sindacale, culturale (è noto ai più l’orientamento dell’associazione culturale di Casa Pound), sanitaria (psicologi che pubblicizzano terapie riparative), di istruzione o di religione o di culto (purtroppo è noto il punto di vista di molti esponenti dell’ecclesia). Vengono quindi escluse dalle conseguenze di questa legge tutte quelle realtà che sono alla base dell’informazione e della crescita culturale.
Hai voglia Scalfarotto a convincere il popolo che si tratta di “una norma di garanzia che protegge omosessuali e transessuali e chiarisce che nessuno vuole punire la libertà di opinione”.
A nessuno è mai venuto in mente che la libertà di opinione fosse violata, mentre la legge Mancino era in vigore. Ora invece stranamente ce ne si preoccupa.
C’è forse bisogno di specificare ulteriormente un diritto sancito sia dall’art. 21 della Costituzione Italiana sia dall’Art. 10 della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali? C’è forse una legge che ulteriormente specifica l’art. 3 della suddetta Convenzione, che recita che “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamento inumani o degradanti”?
Forse no. Perché non ce n’è bisogno.
Nel caso della liberta d’opinione invece sì. Qualcuno lo ha sentito stranamente necessario.

Strano è anche l’aggettivo che ben si confà a questo clima di silenzio e omertà che da giovedì ha smorzato le voci di chi invece si è sempre battuto per questa legge e per questo tipo di diritti. 
Giovedì 19 settembre 2013 doveva essere un giorno di conquista, invece è stato un giorno di lutto. I colori del quale sono mancati su molti volti.

Meladailabrianza il lutto lo ha indossato e continuerà a farlo fino a che non verrà approvata una legge giusta che tuteli i diritti di chi persona lo è da sempre.
L’ultimo barlume di speranza risiede nei seggi del Senato: che blocchino questa legge anticostituzionale e che ripristinino la legge Mancino così com’era con l’estensione del reato all’aggravante sopra citata.


Perché una persona senza diritti è una persona morta.


martedì 17 settembre 2013

LA RUSSIA E L'ESERCITO ANTI-GAY

Omofobia interiorizzata. Se n’era già parlato. Ma ora ha proporzioni cosmiche.
La paura irrazionale e incontrollata dell’omosessualità pare sia l’unica spiegazione al silenzio della popolazione russa di fronte alla situazione del mondo omosessuale nella nazione europea più estesa. 
L’equazione sembra facile: ignoranza + propaganda di stato + propaganda della chiesa ortodossa.
Et voilà ecco il safari a caccia di gay
O anche la proposta di bruciargli il cuore. Manco fossero vampiri.

La Russia sta versando da tempo in condizioni a dir poco disumane e la politica omofoba di Putin non poteva che dare vita una nuova (e soprattutto, legalizzata) via per delinquere: vengono create reti per adescare adolescenti gay che vengono poi picchiati e torturati da criminali che si definiscono "guerrieri" che si vantano delle proprie violenze con immagini e video in un clima di totale omertà e silenzio. In Russia e nel resto dei paesi dell’est europeo, si starebbe costituendo una sorta di esercito “anti-gay”, dedito a braccare, insultare e letteralmente torturare i giovani omosessuali russi. In tutto questo il governo russo non solo non sembra prendere nessuna contromisura per bloccare questi atti di violenza, ma sembrerebbe quasi approvarli, dal momento che il profilo del capo di questo movimento, Maxim Martsinkevich, è pubblico e i video sono facilmente rintracciabili in rete.

L’istituto del Russian Public Opinion Research Centre ha condotto un’indagine dalla quale sarebbe emerso che il 51% dei cittadini russi dichiara che in nessuna circostanza sarebbe disposto ad avere un vicino di casa o un collega di lavoro gay.
Il 51 %. In nessuna circostanza. Da brivido.
Su un campione di 1600 persone a rappresentanza delle 45 regioni che compongono il Paese, il 77% degli intervistati si è dichiarato cristiano ortodosso, il 6% mussulmano e il 6% ateo. Ma ciò non sarà di certo la scusante.

“Ci sono un sacco di gruppi di estrema destra e un sacco di attivisti cristiani ortodossi che si presentano agli eventi lgbt per attaccare e aggredire violentemente i manifestanti - dichiara l'attivista lgbt Anna Grigoryeva - questo è stato praticamente sancito dallo stato e la polizia non li arresterà di certo”.

Chi si sorprende? E chi farà qualcosa?


giovedì 12 settembre 2013

VENEZIA, CHE CINEMA!

Venezia. Il lido. Il cinema.
Si chiude la settantesima Mostra del Cinema e guardandola da lontano non si può far altro che constatare la cospicua collezione di quest’anno di pellicole con protagonisti gay, lesbiche o transessuali nei ruoli più diversi. Anzi, a dirla tutta erano ben nove i film a tematica omosessuale o legati alla queer culture a contendersi il Queer Lion Award.
Possiamo pure dire che la 70a Mostra del Cinema di Venezia ha avuto un suo vero e proprio lato gay.


E allora, ricapitoliamo. Il premio come Miglior Film con Tematiche Omosessuali e Queer Culture dell’edizione 2013 è stato eletto "Philomena" di Stephen Frears, perché è omosessuale il figlio ritrovato della protagonista (che parla di lui descrivendolo con l’apparente rindondante aggettivo di “gay omosexual”, ovvero un omosessuale felice). Premiato, con qualche ora di anticipo sul Leone d’Oro, dalla Senatrice Josefa Idem, ex Ministro alle Pari Opportunità, il film fa davvero la sua scena: “Aids ed omofobia sono trattati con delicatezza e realismo”, dicono sul web e perché non crederci. Tutta l’ammirazione (personale, della scrivente, ovvio) per Judy Dench non poteva deludere.
Ma altre perle hanno lasciato il segno in questa Mostra.

Lesbico è il rapporto d’amore fra le attrici Emma Dante e Alba Rohrwacher in “Via Castellana Bandiera” diretto dalla stessa Dante: due donne intrappolate in macchine in un vicolo di Palermo, dove l’immobilità imposta alla loro automobile da quella di una donna all’antica e testarda, che viaggia nella corsia opposta, diventerà l’espediente per dare vita ad un duello e ad una panoramica sulle dinamiche familiari e sociali di una Sicilia (e di un’Italia) da svecchiare. Da una gran prova di sè il nonpiùcosìgiovane Daniel Radcliffe (sì, Harry Potter, sì) che in “Kill Your Darlings” di John Krokidas veste i panni di Allen Ginsberg, scrittore che era oltre l’essere gay. Ha fatto molto discutere “Gerontophilia” di Bruce LaBruce che racconta l’attrazione sessuale di un ventenne nei confronti degli uomini anziani. Si parla di amore fra due uomini nascosto alla famiglia di uno dei due in “Tom à la ferme” del canadese Xavier Dolan. Oltre a titoli quali “L’armée du salut” di Abdellah Taia, ambientato a Casablanca dove il protagonista trascorre le giornate in casa, vivendo con il padre un rapporto conflittuale ed incontrando in strada uomini per occasionali rapporti sessuali, “Eastern Boys” di Robin Campillo e “Tres bodas de mas” di Javier Ruiz Caldera, dove uno dei tanti fidanzati della protagonista diventa transessuale. Racconta l’amore omosessuale tra due donne, represso e nascosto, anche una delle tante storie dai tetti in “Les terrasses” di Merzak Allouache. Presentato al festival anche “Julia” di J. Jackie Baier, documentario queer realizzato dalla fotografa e film maker che per 10 anni ha seguito la vita della transex Julia K.

A chiudere l’evento “Il Rosa Nudo”, film di Giovanni Coda ispirato alla vita dello scrittore francese Pierre Seel (che fu uno dei testimoni della deportazione omosessuale da parte del nazismo e a soli 17 anni, deportato lui stesso nel campo di Schimerck, fu costretto tragicamente ad assistere alla morte del suo compagno). Questa pellicola sarà la prima della nuova trilogia del regista, a cui seguiranno “La Donna di Carta”, un film contro la violenza delle donne, e “It Gets Better”, racconto ispirato alla storia di Jamey Rodemeyer, adolescente omosessuale americano suicidatosi dopo aver denunciato su Youtube atti di bullismo.


Densa di storie importanti questa mostra.
E di film da ricordare. O almeno da vedere. No?


lunedì 2 settembre 2013

CHI BEN COMINCIA ...

... è a metà dell'opera, dicevano le nonne. E qualche insegnante vecchio stile.
Però, come negare che sia vero? Non si può.
E se il rientro di Meladailabrianza dalle ferie è così proficuo, come non sperare in una stagione invernale promettente? Ma basta domande. Servono certezze. 
Sempre se ce ne sono e se vogliamo darvene.

Ecco che Meladailabrianza torna dall'estate: n
on abbronzata, nemmeno un po', non riposata, nemmeno per scherzo, non dimagrita, nemmeno per niente. Ma la Brianza è così.

Però è tornata. E questo è quello che conta.

Meladailabrianza ha fatto capolino nel caldo della Brianza già giovedì scorso a Villasanta, ospite della Festa Democratica 2013, dove una ancorapiùlanciatadiprima Viviana ha sostenuto un vivace dibattito sull'omofobia, nelle scuole e fuori, sull'omogenitorialità, sull'estensione della legge Mancino, sui registri civili e chi più ne ha più ne metta. Insomma, una chiacchierata su temi caldi e cari a Meladailabrianza in un clima di confronto e condivisione che ha fatto nascere nuove conoscenze e nuovi spunti, che sono poi la forza e il motore del mondo. E della Brianza.

E dopo aver tanto parlato quel giovedì sera (oooh se si è parlato), si torna a ballare. 
Da giovedì a domenica si terrà la Festa dei Giovani della CGIL di Monza e Brianza e di venerdì ci si piazza una freschissima MeladailaViviana, che in orario aperitivo (che poi è il suo preferito) torna alla sua consolle in occasione del centoventesimo anniversario della Camera del Lavoro di Monza. 

Dopodiché nessuno può dire cosa ha in serbo Meladailabrianza per l'inverno.
E chi dice di saperlo mente. Perchè nemmeno noi lo sappiamo (o forse no).
"Certo sono più sapiente io di quest'uomo, anche se poi, probabilmente, tutti e due non sappiamo proprio un bel niente; soltanto che lui crede di sapere e non sa nulla, mentre io, se non so niente, ne sono per lo meno convinto, perciò, un tantino di più ne so di costui, non fosse altro per il fatto che ciò che non so, nemmeno credo di saperlo". 
La supercazzola socratica ci sta sempre bene per confondere. 
L'unica certezza è che ci siamo, siamo sempre qui. E non ce ne andremo.

STAY TUNED