Un uomo, Stéphane Hessel, ha
scritto un libro, “Indignatevi!”.
Ex partigiano, nato a
Berlino da genitori ebrei, non se l’è vista bella durante la Seconda Guerra
Mondiale: vissuto in Francia, ha partecipato alla resistenza francese a Londra
e al controspionaggio ai tempi di Vichy, è stato arrestato dala Gestapo nazista
due volte, è scappato dai campi di concentramento due volte. Insomma, qualcosa
della vita ne sa anche a novantatre anni.
Sembrerà non fare al caso
nostro questo libro, ma invece fa al caso di tutti. Il messaggio è uno: l’indignazione
è la possibilità di cambiare il mondo. E trasformarlo. Migliorare e tutelare il
mondo, per stare meglio tutti. Perché in fondo non è difficile. È fondamentale.
Se è chiaro cosa sia l’indignazione,
la lettura può proseguire.
«Proviamo ribrezzo e
repulsione per quella che consideriamo una patologia».
Già certo, ci voleva anche
questa specifica perché i manifesti altrimenti non bastavano a far capire come
la pensavano. Ha decisamente rincarato la dose il caro Marco Forconi,
coordinatore regionale di Forza Nuova Abruzzo, e di certo ha fugato ogni dubbio
(se dubbi ce n’erano) sull’interpretazione del messaggio veicolato per via
cartellonistica. Il movimento di estrema destra ha affisso queste opere di
poesia ermetica nei giorni scorsi ad Ortona, una cittadina in provincia di
Chieti, in occasione di una campagna informatica promossa dall’Arcigay, che
aveva allestito un banchetto in centro alla città.
«Il manifesto non è omofobo
- sottolinea Forconi - La nostra omofobia sta nel fatto che proviamo ribrezzo e
repulsione. Per i gay l'omosessualità è normale, per noi è una patologia, ma
con il nostro messaggio non vogliamo entrare nel merito della patologia».
Intolleranza, mancanza di
rispetto, essere retrogradi e chi più ne ha più ne metta. La si può dire con
mille parole diverse, ma ciò che nasce nello stomaco lì per lì sono rabbia, per
la cattiveria di queste affermazioni, e sgomento, per la palese esternazione di
un movimento fuori dal tempo, ma che in Italia ha ancora seguito e spazio.
Pensare che con lo stesso
entusiasmo con cui tutte le associazioni omosessuali lottano per l’integrazione
e per il divertirsi insieme, dall’altra parte c’è chi con lo stesso ardore
combatte per il contrario non può che gettare un’ombra di sconforto per questo
paese ancora nel buio dei suoi pregiudizi.
L’indignazione per l’accaduto
arriva da molteplici associazioni.
Maledailabrianza aggrega
la sua voce indignata alle altre.
«Il peggiore degli atteggiamenti è l’indifferenza, dire “io
non posso niente, me ne infischio". Comportandovi così, perdete una delle
componenti essenziali che ci fa essere uomini. Una delle componenti
indispensabili: la facoltà di indignazione e l’impegno che ne è la diretta
conseguenza».
[cit. Stéphane Hessel, "Indignatevi!"]
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